Se n’è andata senza pagare il pasto, come uno scroccone
qualsiasi.
No, non è vero,
ha consumato solo un bicchier d’acqua.
Del rubinetto, oltretutto, tanto l’azienda municipale in fondo è sua.
No, invece, s’è sbafata anche una caponata, anzi, la prima
l’ha pure rimandata indietro perché diceva che era fredda.
Avrete tutti capito che parliamo di lei, Virginia
Raggi, il sindaco – no, non riuscirò mai a dirlo al femminile – di Roma al centro in questi giorni di un
complotto intricatissimo che manco
il famigerato piano Kalergi riesce
a eguagliare.
E la questione stavolta è davvero spinosa: altro che le
oscure trame degli abbandonatori
notturni di frigoriferi indifesi vicino ai cassonetti della spazzatura, messi lì ad arte per
infangare il buon nome della novella amministrazione pentastellata, altro che
polizze assicurative stipulate a sua insaputa, altro che cerchi magici e
collaboratori di dubbia fama: qui
si tratta di cibo, di
ciccia, di trippa vera!
Si tratterebbe infatti, stando alle cronache, di pasti
regolarmente consumati - e mai pagati - da Virginia Raggi, sindaco romano
pentastellato, e da un suo
accompagnatore.
Questo è almeno ciò che sostiene Nicola Delfino, titolare del locale romano “Benito al
ghetto” e che è stato recentemente omaggiato di una visita del sindaco pentastellato.
Visita gradita
e inaspettata, tanto che il trepidante cuoco si sarebbe recato al tavolo del sindaco esordendo con un
caloroso “è stato un piacere
averla qui!”. Affermazione che pare sia stata erroneamente intesa dal prestigioso ospite e
accompagnatore come un
chiaro invito a non passare dalla cassa e a godersi la cena bellamente offerta
dalla casa: d’altronde, ache pro
diventare sindaco di Roma se non si viene manco omaggiati di una coda alla
vaccinara o di abbacchio al forno?
Ma la cena in omaggio, in realtà, non
era affatto nelle intenzioni dell’oste, il quale, ora, reclama ai quattro venti il guiderdone negato, o
dimenticato, mentre Raggi - ma va?
- grida nuovamente al complotto, cavallo
di battaglia sempreverde dei cinquestelle.
Per il sindaco, infatti, tutta la storia sarebbe soltanto
una montatura, una bufala, messa
su ad arte per screditare lei e i suoi; così scrive infatti Raggi sulla sua
pagina Facebook , precisando in un
lungo post che nel giorno del fattaccio aveva “già cenato”, e ovviamente non aveva cenato una seconda
volta al ristorante. Precisa inoltre, la povera sindaca, di essersi recata nel
locale in questione solo ed
esclusivamente per incontrare degli amici, consumando soltanto un bicchiere di morigeratissima
acqua del rubinetto – notoriamente offerta gratuitamente in ogni locale - così
come usa fare anche il suo
personale Gianni Boncompagni, al secolo Beppe Grillo, che è uso, nei ristoranti
e negli hotel in cui si reca, abbeverarsi esclusivamente alla fonte dell’acquedotto municipale, a dimostrazione della morigeratezza dei
costumi sua e dei suoi fedeli.
Tutto chiarito, dunque?
Macchè: né
l’oste, né Umberto Birindani, direttore di Oggi, che ha pubblicato la notizia,
ci stanno, e rincarano la dose su Dagospia: il sindaco, precisa Birindani, si sarebbe recato nel locale in ottobre
con un accompagnatore, e non per incontrare degli amici dopo cena ma per
consumare un pasto regolare, una “colazione completa”; anzi, ricorda il
titolare, calzava delle ballerine e avrebbe pure rimandando indietro una
caponata a suo dire troppo fredda.
E trascurando la noiosa
incombenza di passar dalla cassa per pagare quanto consumato.
E il particolare del bicchier d’acqua del rubinetto, e la storia
dell’incontro con gli amici dopo cena?
“Evidentemente la sindaca ricorda un'altra occasione in cui
non ha pagato – continua Birindani -Facile confondersi, se capita spesso".
E quindi, ora, come la mettiamo? Chi avrà ragione, chi avrà torto? Il sindaco integerrimo o l’esoso
ristoratore?
“Pronto, Beppe, pronto? Ahò, ce stai? Pronto, Beppe… Che
ddevo dì, che ddevo fà? Pronto, Beppe…”
Immagini: Oggi. Crediti: Il Giornale, Dagospia
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