domenica 19 marzo 2017

VIRGINIA RAGGI E IL COMPLOTTO DEL PRANZO NON PAGATO



Se n’è andata senza pagare il pasto, come uno scroccone qualsiasi.
No,  non è vero, ha consumato solo un bicchier d’acqua.  Del rubinetto, oltretutto, tanto l’azienda municipale in fondo è sua.
No, invece, s’è sbafata anche una caponata, anzi, la prima l’ha pure rimandata indietro perché diceva che era fredda.
Avrete tutti capito che parliamo di lei, Virginia Raggi,  il sindaco   no, non riuscirò mai a dirlo al femminile –  di Roma al centro in questi giorni di un complotto  intricatissimo che manco il  famigerato piano Kalergi riesce a  eguagliare.
E la questione stavolta è davvero spinosa: altro che le oscure trame degli  abbandonatori  notturni di frigoriferi indifesi vicino ai cassonetti  della spazzatura, messi lì ad arte per infangare il buon nome della novella amministrazione pentastellata, altro che polizze assicurative stipulate a sua insaputa, altro che cerchi magici e collaboratori di dubbia fama: qui  si tratta  di cibo, di ciccia, di trippa vera! 
Si tratterebbe infatti, stando alle cronache, di pasti regolarmente consumati  -  e mai pagati -  da Virginia Raggi, sindaco romano pentastellato,  e da un suo accompagnatore.
Questo è almeno ciò che sostiene Nicola Delfino,  titolare del locale romano “Benito al ghetto” e che è stato recentemente omaggiato di una visita  del sindaco  pentastellato. 
 Visita gradita e inaspettata, tanto che il trepidante cuoco  si sarebbe recato al tavolo del sindaco esordendo con un caloroso  “è stato un piacere averla qui!”. Affermazione che pare sia stata erroneamente  intesa dal  prestigioso ospite e  accompagnatore come  un chiaro invito a non passare dalla cassa e a godersi la cena bellamente offerta dalla casa: d’altronde,  ache pro diventare sindaco di Roma se non si viene manco omaggiati di una coda alla vaccinara o di  abbacchio al forno?
Ma la cena in omaggio,  in realtà,  non era affatto nelle intenzioni dell’oste, il quale, ora, reclama ai quattro  venti il guiderdone negato, o dimenticato, mentre Raggi  - ma va? - grida  nuovamente al complotto, cavallo di battaglia  sempreverde dei cinquestelle.
Per il sindaco, infatti, tutta la storia sarebbe soltanto una montatura, una bufala,  messa su ad arte per screditare lei e i suoi;  così scrive infatti Raggi sulla sua pagina Facebook ,  precisando in un lungo post che nel giorno del fattaccio  aveva “già cenato”, e ovviamente non aveva cenato una seconda volta al ristorante. Precisa inoltre, la povera sindaca,   di essersi  recata  nel locale in questione  solo ed esclusivamente per incontrare degli amici, consumando soltanto un bicchiere di morigeratissima acqua del rubinetto – notoriamente offerta gratuitamente in ogni locale - così come usa fare  anche il suo personale Gianni Boncompagni, al secolo Beppe Grillo, che è uso, nei ristoranti e negli hotel in cui si reca, abbeverarsi esclusivamente alla fonte  dell’acquedotto municipale,  a dimostrazione della morigeratezza dei costumi sua e dei suoi fedeli.
Tutto chiarito, dunque?
Macchè:  né l’oste, né Umberto Birindani, direttore di Oggi, che ha pubblicato la notizia, ci stanno, e rincarano la dose su Dagospia: il sindaco, precisa Birindani,  si sarebbe recato nel locale in ottobre con un accompagnatore, e non per incontrare degli amici dopo cena ma per consumare un pasto regolare, una “colazione completa”; anzi, ricorda il titolare, calzava delle ballerine e avrebbe pure rimandando indietro una caponata a suo dire troppo fredda.  E  trascurando la noiosa incombenza di passar dalla cassa per pagare quanto consumato.
E il particolare del bicchier d’acqua del rubinetto, e la storia dell’incontro con gli amici dopo cena?
“Evidentemente la sindaca ricorda un'altra occasione in cui non ha pagato – continua Birindani -Facile confondersi, se capita spesso".
E quindi, ora, come la mettiamo?  Chi avrà ragione, chi avrà torto? Il sindaco integerrimo o l’esoso ristoratore?

“Pronto, Beppe, pronto? Ahò, ce stai? Pronto, Beppe… Che ddevo dì, che ddevo fà? Pronto, Beppe…”

Immagini: Oggi. Crediti: Il Giornale, Dagospia

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