Allora chiediamoci a cosa servono le regole se ci sono
sempre dei buoni motivi per non rispettarle o per considerarsi legittimamente esentati dalla loro osservanza.
Sta facendo discutere il caso di un gruppo di mamme di
Lallio, in quel di Bergamo, per essersi messe a spalmare marmellata su delle fette biscottate ai
loro pargoli, che stavano partecipando ad un evento pubblico in un parco, e che
si sono viste rifilare una multa da 1032 euro per irregolarità nella
somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, come riportato dal Corriere di Bergamo.
Il loro misfatto è stato quello di aver pensato di dare una mano al gestore del chiosco, l’unico titolato alla somministrazione al pubblico, e di fronte all’assalto di 200 bambini che reclamavano a gran voce la loro merenda a base di fette spalmate di marmellata, abbiano pensato bene di mettersi loro stesse a spalmare confettura a go-go, distribuendola la merenda ai piccoli affamati.
Il loro misfatto è stato quello di aver pensato di dare una mano al gestore del chiosco, l’unico titolato alla somministrazione al pubblico, e di fronte all’assalto di 200 bambini che reclamavano a gran voce la loro merenda a base di fette spalmate di marmellata, abbiano pensato bene di mettersi loro stesse a spalmare confettura a go-go, distribuendola la merenda ai piccoli affamati.
Peccato che un consigliere regionale, notando la cosa, abbia
pensato bene di segnalare tale irregolarità alle autorità competenti che, constatata l’infrazione non hanno
potuto fare altro che comminare regolare multa alle operose mamme nella misura
di 1.032 euro.
Il fatto è avvenuto nello scorso settembre, ma solo ora è
stato reso noto sul blog dei genitori, ripreso dai maggiori quotidiani
nazionali e rimbalzato migliaia di volte su tutti i social. E qui si è
scatenata l’ira funesta dell’Italia tutta: contro il solerte consigliere
comunale, reo di aver fatto il suo
dovere segnalando l’irregolarità, i commenti di dispregio si sono sprecati, a
partire da quelli più ripetibili,
come idiota o imbecille, per finire con l’augurargli di espiare presto
il suo peccato tramite una robusta corda al collo, in una escalation di violenza verbale e livore di un livello inconcepibile.
Al contrario, le povere mamme hanno raccolto la solidarietà di
tutti, e hanno anche potuto pagare la multa tramite la solidarietà di enti, privati e associazioni varie, che in poco tempo hanno racimolato la
somma necessaria.
Di tutta questa storia, quello che stupisce è che non una persona, non un commento
si sia levato a favore del rispetto di quelle norme che siamo i primi a
invocare a gran voce quando ci fanno comodo. Nessuno che si sia fermato un
attimo a pensare che se il legislatore prevede che per somministrare cibi
e bevande ci siano stringenti e
rigide procedure da osservare, ci sarà ben qualche altro motivo oltre la "bieca burocrazia”, additata come causa prima di tutti i mali del mondo, e che in questo
caso questo “altro motivo” si chiami salute pubblica.
Cosa penseremmo se la mattina, andando dal panettiere, ed
essendo questo impegnato con altri
clienti, uno di questi pensasse bene di andare dietro al banco per dargli manforte, tagliando e servendoci focaccia e pagnotte? E se con
quelle mani, solo cinque minuti prima, avesse magari pensato bene di accarezzare il
muso di un cane -che, come tutti sappiamo, hanno la simpatica abitudine di annusare per strada il didietro dei loro simili o le loro deiezioni- senza provvedere a lavarsele subito dopo? Che cosa sarebbe
accaduto se si fosse verificato
anche solo il minimo incidente a qualcuno dei duecento pargoli, magari
allergico alla marmellata di fragole? Chi avrebbe dovuto essere considerato
responsabile, la mamma poco attenta del pargolo stesso, la mamma che ha spalmato e offerto la fetta
della discordia oppure il gestore,
comunque responsabile oggettivamente dell’attività che a lui fa capo, pur non
avendo materialmente spalmato la fetta incriminata?
Quelli che si strappano le vesti inveendo contro la bieca burocrazia e a favore di un mondo semplice,
immediato e senza regole, sono gli stessi che magari ritengono corretto fare tranquillamente pic-nic in città su una pubblica aiuola con tanto di cestino di provviste, plaid e termos di tè caldo, gli stessi che ritengo corretto che il loro cane faccia i suoi bisogni nei parchi pubblici, incuranti che poi, in quegli stessi spazi, ci giochino dei bambini. E gli stessi che, che in caso di incidente, si riempirebbero
la bocca additando l’italico malcostume generalizzato di ignorare completamente
norme e regolamenti.
Perché è chiaro che, nella loro mente, ad osservarli debbano sempre e solo
essere gli altri.
Crediti: Corriere-Bergamo
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.