domenica 9 aprile 2017

NO, NON PUOI METTERTI A SPALMARE MARMELLATA IN UN CHIOSCO SENZA LICENZA. ANCHE SE SEI UNA MAMMA



Allora chiediamoci a cosa servono le regole se ci sono sempre dei buoni motivi per non rispettarle o per considerarsi legittimamente esentati dalla loro osservanza.
Sta facendo discutere il caso di un gruppo di mamme di Lallio, in quel di Bergamo, per essersi messe a spalmare marmellata su delle fette biscottate ai loro pargoli, che stavano partecipando ad un evento pubblico in un parco, e che si sono viste rifilare una multa da 1032 euro per irregolarità nella somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, come riportato dal Corriere di Bergamo.
Il loro misfatto è stato quello di aver pensato di dare una mano al gestore del chiosco, l’unico titolato alla somministrazione al pubblico, e  di fronte all’assalto di 200 bambini che reclamavano a gran voce la loro merenda a base di fette spalmate di marmellata, abbiano pensato bene di mettersi loro stesse a spalmare confettura a go-go, distribuendola la merenda ai piccoli affamati.
Peccato che un consigliere regionale, notando la cosa, abbia pensato bene di segnalare tale irregolarità alle autorità competenti che,  constatata l’infrazione non hanno potuto fare altro che comminare regolare multa alle operose mamme nella misura di 1.032 euro.
Il fatto è avvenuto nello scorso settembre, ma solo ora è stato reso noto sul blog dei genitori, ripreso dai maggiori quotidiani nazionali e rimbalzato migliaia di volte su tutti i social. E qui si è scatenata l’ira funesta dell’Italia tutta: contro il solerte consigliere comunale,  reo di aver fatto il suo dovere segnalando l’irregolarità, i commenti di dispregio si sono sprecati, a partire da quelli più ripetibili,  come idiota o imbecille, per finire con l’augurargli di espiare presto il suo peccato tramite una robusta corda al collo,  in una escalation di violenza  verbale e livore di un livello inconcepibile.
Al contrario, le povere mamme hanno raccolto la solidarietà di tutti, e hanno anche potuto pagare la multa tramite la solidarietà di enti, privati e associazioni varie,  che in poco tempo hanno racimolato la somma necessaria.
Di tutta questa storia, quello che stupisce è che non una persona, non un commento si sia levato a favore del rispetto di quelle norme che siamo i primi a invocare a gran voce quando ci fanno comodo. Nessuno che si sia fermato un attimo a pensare che se il legislatore prevede che per somministrare cibi e  bevande ci siano stringenti e rigide procedure da osservare, ci sarà ben qualche altro motivo oltre la "bieca burocrazia”,  additata come causa prima di tutti i mali del mondo, e che in questo caso questo “altro motivo” si chiami salute pubblica.
Cosa penseremmo se la mattina, andando dal panettiere, ed essendo questo  impegnato con altri clienti, uno di questi pensasse bene di andare dietro al banco per dargli manforte, tagliando e servendoci focaccia e  pagnotte? E se con quelle mani, solo cinque minuti prima, avesse magari pensato bene  di accarezzare il muso di un cane -che, come tutti sappiamo, hanno la simpatica abitudine di annusare per strada il didietro dei loro simili o  le loro deiezioni-  senza provvedere a lavarsele subito dopo? Che cosa sarebbe accaduto  se si fosse verificato anche solo il minimo incidente a qualcuno dei duecento pargoli, magari allergico alla marmellata di fragole? Chi avrebbe dovuto essere considerato responsabile, la mamma poco attenta del pargolo stesso, la mamma che ha spalmato e offerto la fetta della discordia  oppure il gestore, comunque responsabile oggettivamente dell’attività che a lui fa capo, pur non avendo materialmente spalmato la fetta incriminata?  
Quelli che si strappano le vesti  inveendo contro la bieca burocrazia  e a favore di un mondo semplice, immediato e senza regole, sono gli stessi che magari  ritengono corretto fare tranquillamente pic-nic in città su una pubblica aiuola con tanto di cestino di provviste, plaid e termos di tè caldo, gli stessi che ritengo corretto che il loro cane faccia i suoi bisogni nei parchi pubblici, incuranti che poi, in quegli stessi spazi, ci giochino dei bambini. E gli stessi che, che  in caso di incidente, si riempirebbero la bocca additando l’italico malcostume generalizzato di ignorare completamente norme e regolamenti.

Perché è chiaro che, nella loro mente, ad osservarli debbano sempre e solo essere gli altri.

Crediti: Corriere-Bergamo

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