domenica 23 aprile 2017

FINALMENTE QUALCUNO CHIARISCE CHE NO, LA PIPI' DI CANE NON E' PIPI' SANTA!




Finalmente.

Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di chiarire che no, per quanto ormai titolati a entrare in supermercati, chiese e ospedali, non tutto è ancora concesso ai cani a  ai loro padroni.
Qualcuno si è preso la briga di ribadire che  contrastare lo schifo su cui camminiamo ogni giorno per strada, tra escrementi solidi, liquidi e mix dei due, è ancora possibile,   e che voler bene ai cani non ha nulla a che vedere con il rispetto che i loro egregi padroni dovrebbero avere  per il prossimo nonché per la cosa pubblica, vale a dire  strade e marciapiedi, che appartengono a tutti, anche a coloro che un cane non ce l’hanno, che nemmeno desiderano averlo e che detestano fare lo slalom tra cacche e liquami vari -  portandosene comunque  inevitabilmente una bella dose sotto le suole delle scarpe, per quanto invisibile, e da lì direttamente in casa - , senza parlare poi di beni privati come ruote di auto, di biciclette o muri  di edifici.
Due rappresentanti della forze dell’ordine di un paese in provincia di Verona, sul lago di Garda, hanno infatti osato infliggere una  multa ai padroni di due cani che avevano fatto pipì contro un cestino per strada, come riportato da La Stampa, senza preoccuparsi   minimamente di diluire prontamente il liquame del loro adorato fido con una bella dose di acqua, che tutti i padroni di cani dovrebbero portarsi dietro  nell’eventualità,  per nulla remota, che il loro amico a quattrozampe decida di fare pipi contro i muri o contro la carrozzeria delle altrui vetture.
E qui apriti cielo!
Sui social si è scatentata la solita bagarre conto i biechi dispregiatori dei cani, rei di non voler lasciare  le adorate bestiole libere di  espletare i loro bisogni dove loro più aggrada,  a cui si è unita la voce della nota opinionista Rita Pavone che osserva che nelle nostre civilizzatissime città c’è gente che “defeca in piedi” e che quindi a  maggior ragione  sarebbe titolato Fido a fare i suoi bisogni per strada, appartenendo al regno animale. 
Peccato che i padroni delle suddette bestiole però non appartengano al regno animale, e che ci si aspetterebbe da loro un comportamento come minimo più urbano e civile. Certo, i  cani sono animali, e fanno i loro bisogni dove glielo si permette, ma questo non signifa che il padrone non possa dirigerli o distorglieli da certi luoghi: non per nulla non solo si fa riferimento all'art. 639 del Codice Penale per l'imbarattamento di cose altrui, ma esiste anche una pronuncia della Cassazione del 2015, la n. 7082, che ha stabilito che i padroni dei cani possono essere ritenuti responsabili di “imperizia e sciatteria” nella conduzione del cane, permettendogli di imbrattare senza problemi auto e muri di edifici, ed è la stessa pronuncia che stabilisce come debbano essere i padroni stessi non solo a provvedere all’asportazione dei prodotti “solidi” ma anche ad una pronta  diluizione della pipì - nel caso non si sia riusciti a distogliere il cane dalle altrui vetture o beni -  con abbondante  acqua.
E ora io mi domando: avete mai visto uno, dico UN  padrone di cane che si sia mai degnato di portarsi dietro una bottiglia di acqua per sciacquare le auto altrui dalla pipì del suo protetto? E quanti sono quelli che utilizzano regolamente paletta e sacchetto? L'unica che tutte le mattine esce con una bottiglia di acqua in mano, oltre a pargolo e zaino e con una notevole dose di improperi verso i cani e i loro padroni, è la sottoscritta. 
La realtà  quotidiana infatti è purtroppo costituita da giardini e parchi cittadini trasformati in latrine a cielo aperto  inondate di bisogni dei cani, quegli stessi parchi che non solo espongono all’ingresso il divieto di entrata per i  quattrozmape, ma che spesso sono anche attrezzati con una apposita area protetta tutta per i cani, ovviamente puntualmente deserta: e che è, vuoi levare al tuo cane il piacere di fare i bisogni dove poi ci giocheranno i bambini degli altri, e soprattutto vuoi guastarti la passeggiata serale con  il tuo cane portandoti dietro paletta, sacchetto e pure bottiglia d’acqua a per sciacquare la sua pipì? Ma va, ma dai, ma figurati un po’: è tanto bello vivere così, sereni, felici, “nature”, dove tutti fanno quello che vogliono, i cani cagano nei parchi e  i bambini subito dopo si rotolano in quella stessa erba, un mondo gioioso dove i cani  prima annusano   il didietro dei propri simili  nonchè ogni  singolo angolo di strada dove un loro simile abbia già espletato i propri bisogni  e subito dopo   infilano  decisi il muso,  fino alle orecchie, negli scaffali dei piani bassi dei supermercati, dove ormai sono ospiti fissi e graditissimi – vuoi mica lasciarli soli soletti legati vicino alle casse, eh,  e che sono, bestie? -,  leccando con avidità i  pacchetti ivi presenti e che poi tu magari acquisterai e metterai in dispensa, magari tra i biscotti e i biberon per i pargoli,  e sotto gli occhi compiaciuti del padrone di turno (delle presente scenetta sono diretta testimone)?

In questo panorama desolante la multa per la pipì di cane appare come un ultimo barlume di buon senso, civiltà e rispetto verso chi, pur amando i cani, non ne possiede uno e soprattutto non ama essere attorniato dai loro bisogni non rimossi o puliti da padroni incivili.  Barlume che sembra destinato comunque a rimanere isolato e solitario, in un mondo dove c’è chi dice che se gli umani sporcaccioni fanno i bisogni per strada, tanto vale che lo facciano pure i cani, in una gara di civiltà che non prevede nessun vincitore, nessun premio e nessuno oro o argento per nessuno: solo tanta cacca per tutti.
E' il  progresso, bellezza.



Ah, e per i cani negli ospedali? E io che sono allergica? E io che ne ho solo paura? E io che semplicemente non voglio aver cani tra i piedi in un posto dove magari sto pure male?  Ho qualche diritto, io, che non sono un cane ma un semplice essere umano? 
Beh, questo è un altro post.

Crediti: immagini da "Tipresentoilcane.com"

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.