venerdì 16 giugno 2017

ESSERE NANNI MORETTI O ESSERE IL PRINCIPE DEL MONTENEGRO?






Essere Nanni Moretti oppure principe del Montenegro?
Di sicuro Giuseppe Culicchia non avrebbe mai immaginato che Bruno, il protagonista del suo ultimo libro, “Essere Nanni Moretti”, sarebbe stato battuto, in ingegno e faccia tosta, da un individuo reale, in carne e ossa, che però, invece di accontentarsi di prendere il posto di un semplice regista si è spacciato addirittura per un principe, il Principe di Montenegro e  Macedonia.
Stefan Cernetic, infatti, triestino residente a Torino, da anni si spacciava come Principe di Montenegro e Macedonia, più un'altra vagonata di altri titoli nobiliari, e che con tanto di ambasciatore al seguito si è girato in lungo e in largo mezza Europa, distribuendo titoli nobiliari a destra e a manca e, soprattutto, scroccando soggiorni e relativi pasti gratis a a attori, cantanti, principi – veri, come Alberto di Monaco o Emanuele Filiberto di Savoia – politici e personalità istituzionali varie. Persino Pamela Anderson è caduta nella rete dell'autoproclamato principe, che ha anche provveduto ad investirla di titoli nobiliari, ovviamente falsi.
Il Principe farlocco, che girava in Mercedes con tanto di emblemi e bandierine del Montenegro, anch'essi risultati falsi e manufatti in proprio, si presentava con il suo fido ambasciatore,  in realtà un compare di Avellino,  presso vip  e teste coronate, e qui metteva in scena la sua pantomima a base di quarti di nobiltà, investiture e gli immancabili banchetti di rappresentanza di cui veniva puntualmente e lautamente omaggiato.
Perché questa è la vera molla che ha spinto sia Bruno  che  Stefan Cernetic a mettere in atto la sconclusionata sceneggiata: la fame, e non la fama.
Perché né a Bruno né a Cernetic interessano onori, visibilità, popolarità o altre quisquilie simili: dopo aver visto andare in fumo i  sogni e le  aspettative  della loro vita, hanno ceduto, e deciso di volare basso, di andare al sodo, e dedicarsi non al raggiungimento di nobili ideali o traguardi irraggiungibili  bensì, più mestamente, alla conquista del pasto quotidiano, preferibilmente a scrocco.  
Un destino che, se andiamo oltre la semplice risata, forse riguarda da vicino molti di noi. Anche se non andiamo in giro con le bandierine del Montenegro né ci spacciamo per Nanni Moretti.

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