Essere Nanni Moretti oppure principe del Montenegro?
Di sicuro Giuseppe Culicchia non avrebbe mai immaginato che
Bruno, il protagonista del suo ultimo libro, “Essere Nanni Moretti”, sarebbe
stato battuto, in ingegno e faccia tosta, da un individuo reale, in carne e
ossa, che però, invece di accontentarsi di prendere il posto di un semplice regista si è spacciato addirittura per un principe, il Principe di Montenegro
e Macedonia.
Stefan Cernetic, infatti, triestino residente a Torino, da anni si spacciava come Principe di Montenegro e Macedonia, più un'altra vagonata di altri titoli nobiliari, e che con tanto di
ambasciatore al seguito si è girato in lungo e in largo mezza Europa,
distribuendo titoli nobiliari a destra e a manca e, soprattutto, scroccando
soggiorni e relativi pasti gratis a a attori, cantanti, principi – veri, come Alberto di Monaco o Emanuele Filiberto di Savoia – politici e personalità istituzionali varie. Persino Pamela Anderson è caduta nella rete dell'autoproclamato principe, che ha anche provveduto ad investirla di titoli nobiliari, ovviamente falsi.
Il Principe farlocco, che girava in Mercedes con tanto di
emblemi e bandierine del Montenegro, anch'essi risultati falsi e manufatti in proprio,
si presentava con il suo fido ambasciatore, in realtà un compare di Avellino, presso vip e
teste coronate, e qui metteva in scena la sua pantomima a base di quarti di
nobiltà, investiture e gli immancabili banchetti di rappresentanza di cui
veniva puntualmente e lautamente omaggiato.
Perché questa è la vera molla che ha spinto sia Bruno che Stefan Cernetic a mettere in atto la
sconclusionata sceneggiata: la fame, e non la fama.
Perché né a Bruno né a Cernetic interessano onori,
visibilità, popolarità o altre quisquilie simili: dopo aver visto andare in
fumo i sogni e le aspettative della loro vita, hanno ceduto, e deciso di volare basso, di andare al sodo, e dedicarsi non al raggiungimento di
nobili ideali o traguardi irraggiungibili bensì, più mestamente, alla conquista
del pasto quotidiano, preferibilmente a scrocco.
Un destino che, se andiamo oltre la semplice risata, forse riguarda da vicino molti di noi. Anche se non andiamo in giro con le bandierine del Montenegro né ci spacciamo
per Nanni Moretti.
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