E così, Benedetta, ci sei cascata pure tu. Pure tu vuoi fare l’influencer.
E dillo, dai.
Dillo che pure tu hai ceduto al fascino dell’influenzatore
seriale, tu, che con le tue ricette firmate “Fatto in casa da Benedetta” ci avevi insegnato
che un mondo diverso, senza
xantana e planetarie ma fatto ancora di farina e di frullini può ancora
esistere dignitosamente.
Tu, che con le tua faccia rassicurante e le tue torte
casalinghe rigorosamente infornate in normalissimi - e forse un po’ volutamente retrò - stampi in alluminio rotondi, invece che a forma di
Torre Eiffel o di razzo ovoidale, ci hai ri-abitutati alla normalità in cucina
senza la smania di dover eccellere o credersi tutti dei novelli Scabin o
Montersino del focolare domestico.
Tu, che una pubblicità occulta a un prodotto manco morta, anzi, che ricopri le
confezioni dei prodotti che usi nei tuoi video con delle spartane etichette home
made per nascondere la marca; tu, insomma, così ruspante e fuori dagli schemi.
Che bisogno avevi di farlo?
Che bisogno avevi pure tu di cascare nella voragine degli
influencer, che con la scusa di condividere scenette di vita vissuta intasano
il web con scatti dei loro pargoli, dei loro cani, dei loro piedi nudi e dei
loro denti infilandoci dentro, con
estrema nonchalance, una pubblicità dei surgelati qui e una delle pappe per
bambini là?
Eppure ci sei cascata pure tu, e la bucolica immagine del
tuo grande cagnone che appoggia il suo muso serafico sul tuo vezzoso
grembiulino ricamato, ne è la dimostrazione: anche tu vuoi fare l’influencer,
anche tu vuoi cominciare a deliziarci con attimi di vita quotidiana, come la
più scaltra delle blogger d’assalto alla ricerca affannosa di pubblico e di
click.
Ma tu, Benedetta, che bisogno ne avevi? Eri l’unica a
resistere con la tua immagine mite e rassicurante mentre con gioia ti gustavi,
alla fine di ogni filmato, il frutto delle tue fatiche, e ora invece ci vieni a
tediare con attimi del tuo vissuto quotidiano di cui, sinceramente, potremmo
fare tranquillamente a meno.
Oltretutto,
perché proprio quell’immagine, perchè fare scaltramente adagiare il muso
del tuo amico peloso proprio sul grembiulino da cucina?
Davvero non sospettavi che qualche “fanatico dell’igiene” - quell’igiene che una volta era un principio
indiscutibile in cucina, e ora solo
vezzo per vecchie carampane - non avrebbe
puntualizzato che sì, belli i cani, bravi i cani, ma tutti con
quell’insopprimibile istinto di annusare allegramente con il muso il didietro e le deiezioni corporali dei
loro simili, proprio quello stesso muso che poi appoggiano su quel grembiule da
cucina dove poi ti pulisci le mani mentre prepari il tiramisù?
Davvero non prevedevi che poi sarebbero seguiti una sfilza di commenti, centinaia,
migliaia, in difesa delle povere bestie accompagnati dal solito, vecchio
ritornello che recita che ad essere sporchi, beceri, zozzoni e degni di
dispregio sono gli uomini e non certo
i cani?
Davvero, Benedetta?
Bene, se hai scelto vai, vai per la tua strada di influencer
e non ti girare indietro verso di noi, nostalgici fuori moda. Va’, e sii felice.
Una cosa, però, lasciacela dire: di Benedetta, così semplice
e rassicurante, ce n’era solo una. Di Chiara Maci, invece, una è già abbastanza.
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