martedì 9 ottobre 2018

CHIARA FERRAGNI, L'ACQUA EVIAN, IL LUSSO E LO STRACCIARSI LE VESTI INUTILMENTE


Nutro una profonda avversione che sconfina nell’invidia più nera per Chiara Ferragni.  D’altronde lei è giovane, è bella, bionda, ha gli occhi azzurri ed è pure ricca sfondata. Grazie oltretutto a un mestiere che fa rosicare una bella schiera di persone, chine per ore sui computer a cavarsi gli occhi o comunque intente a qualche altro lavoro disgraziato, poco remunerato e con gratificazione pari a zero. Invece lei, che si è sposata con tal Fedez, vale a dire con un altro discreto patrimonio ambulante, fa la “influencer”, cioè detta legge a schiere di modaiole/i che seguono manco fossero la legge delle dodici tavole i suoi consigli per gli acquisti, per lo più di moda.  Ebbene, nonostante tutta questa sana invidia e livore che legittimamente nutro nei suoi confronti, davvero non riesco a vedere tutto questo scandalo per essersi “venduta” all’acqua minerale Evian, di cui ora è bionda testimonial. D’altronde, non è certo la prima: prima di lei si ricordano Martina Colombari, che faceva plin plin con Del Piero, e Rosanna Lambertucci, la cui posizione, a mio parere, era pure aggravata dal fatto che dispensava consigli salutistici in una popolare trasmissione TV, e quindi la sua testimonianza pesava molto di più, per il consumatore medio, dell’opinione di una miss Italia o di un calciatore.
La Ferragni, quindi, non ha certo fatto un uovo fuori dal cesto, e si è dedicata alla naturale evoluzione del suo mestiere di blogger-influencer, vale a dire la pubblicità commerciale in senso stretto, senza messaggi subliminali di tipo salutistico o dietetico. E allora, dove sta lo scandalo? Bene, pare che a molti non vada giù il fatto che l’acqua da lei suggerita costi una schioppettata, vale a dire circa 6 euro a bottiglia. Un’enormità, in confronto alla normale acqua minerale che la maggior parte di noi porta in tavola tutti i giorni comprandola in offerta 3x2 al super sotto casa. E tutto questo a fronte solo di un semplice logo, quello ormai notissimo della Ferragni, ovvero un occhio azzurro stilizzato alla cz, che campeggia fiero sulla bottiglia.
Eppure, le acque di lusso si comprano proprio per questo, non certo per bere tutti i giorni come fossero acqua fresca: si acquistano cioè per vedere, e far vedere a tutti, che noi abbiamo l’acqua con la A di Armani che campeggia fiera sulla bottiglia oppure il logo della Ferragni o di chissà chi altri. Si chiama lusso, è sempre esistito, ed è un settore che non conoscerà mai crisi, almeno in un libero mercato e anche in quelli meno liberi. Chiara Ferragni ha cavalcato l’onda e ha monetizzato se stessa e la sua fama, anche con l’acqua. Certo,  in teoria l’acqua Ferragni non ha nulla di diverso da un buona acqua da tavola, la molecola dell’acqua, al netto di residui, minerali o altro, sempre quella è, e le leggi della fisica non cambiano certo per la bionda influencer. Ma in pratica, un qualcosa un più ce l’ha: ha quell’allure, quel fascino, quel profumo magico ed esclusivo di cui tutti i beni di lusso – acque comprese – ,  sono ammantati, e che spandono attorno a sè. Ed è questo che si paga. Mica l’acqua.

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