Allora, prima hanno sequestrato un intero volo della
compagnia aerea di Stato per i fortunati
mortali invitati al loro matrimonio a Noto, con tanto di graziosi
pupazzi giganti riproducenti le loro fattezze. E già lì i difensori
d’ufficio, per non passare per
rosiconi, hanno attaccato la tiritiera del “ma comunque il volo l’hanno pagato,
in fondo non fan male a nessuno e beati loro che se li possono permettere”.
Poi
ci hanno storditi con le immagini rimpallanti sui social del loro matrimonio da
favola infarcito di vip, per la gioia dei fan.
Poi ci hanno inflitto le
prodezze del loro primogenito, Leon.
In mezzo c’è stata pure la storia dell’acqua pubblicizzata da Miss Ferragni a
8 euro a bottiglia, che tanto “la Armani costa uguale, ce ne sono di ben più
care e poi siamo in libero mercato”. Parole vere e sacrosante.
Ma questa, proprio no.
Questa davvero alla coppia Fedez
Ferragni - anzi, Ferragni Fedez, che è più giusto - non la si può proprio lasciar
passare così, come una ragazzata. Va bene sequestrare un intero supermarket per festeggiare il compleanno dell’amato
consorte, va bene; d’altronde, chi di noi non ha mai festeggiato il proprio compleanno
in un Carrefour o in un Bennett, suvvia?
Va bene anche voler essere originali e celebrare dei compleanni modesti e
discreti, invece delle solite pacchianate
urlanti.
Ma quello che non va bene è voler pure fare il
moralista dei moralisti, dire "io non sono così" o dire che ci sono altri che fanno peggio.
Dopo le
immagini in cui i panettoni, - industriali, ok, ma sono pur
sempre i panettoni che abbiamo
mangiato tutti fino all’altroieri,
quando non ci era ancora presa la smania per i panettoni artigianali - vengono usati come palle da calcio,
dopo aver visto gente accasciata piedi, sedere e scarpe nei carrelli dove i clienti, il
giorno dopo, ci mettono i formaggini e il pancarrè, dopo aver visto ragazze e ragazzi che
ballano scatenati con cespi di lattuga in mano, un vago senso di disgusto ci
assale.
Vedere il cibo ridotto a mero gioco, o svago, per due ragazzi ricchi e
famosi lascia l’amaro in bocca.
Ma non tanto per lo spreco, che in fondo può essere anche limitato: è presumibilmente vero infatti, come dice
Fedez, che a Masterchef ne viene sprecato molto di più, dopo essere stato violentato
dalle mani inesperte di concorrenti incapaci.
Eppure, nonostate la brutta fine,
nel talent gastronomico il cibo è trattato comunque con rispetto: nessuno si sogna di usare il pane per giocare a calcio o la cicoria per fare danze sexy, né tantomeno
nessuno usa il carrello per sdraiarcisi dentro e farsi ricoprire di ogni ben di
Dio. Anzi, i concorrenti vengono pure dotati - almeno nell'ultima edizione - di regolare doggy-bag per recuperare il cibo di cui hanno fatto scempio con le loro preparazioni.
Ecco, non è tanto lo spreco, non è il panettone preso a calci, il casco di banane o la
foglia di lattuga, no. E’ l’atteggiamento che urta, che amareggia: l’atteggiamento
di chi è, o ha, di più dei suoi simili, e guarda dall’alto gli altri che quel
cibo, invece di giocarci a basket, lo usano più umilmente per sfamarsi, magari
trovandolo pure caro, magari scegliendo con attenzione il pacco di pasta senza
marca per risparmiare pochi centesimi. E che lo mette con riguardo nel proprio
carrello, pagandolo alla cassa dopo aver fatto la fila. E’ stato questo l’errore, questo lo scivolone.
E di fronte a queste pacchianerie, a questa ostentazione gratuita, a questo fare cose che agli altri comuni mortali non sono concesse, non c’è
beneficenza né lacrime che tengano.
Un tempo, ai proprio figli, si insegnava a
non sprecare il cibo, addirittura a non lasciare una briciola di ciò che era
nel piatto, e per molti di noi che avevano l'abitudine di giocare a tavola con delle pallottoline di mollica di pane, il richiamo era immediato: "Non si gioca con il cibo!". Ecco, probabilmente Fedez e consorte non hanno compreso bene quella lezione. E vagliela a spiegare ora, adulti e vaccinati, ricchi e famosi, che un supermercato alimentare non è il loro personale luna park...
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