sabato 6 ottobre 2018

IL REDDITO DI CITTADINANZA DI DI MAIO: FORSE ERA MEGLIO LAVORARE



Il reddito di cittadinanza non permetterà l’evasione e le spese immorali”.
Parola di Giggino Di Maio.
Bella uscita, certo, basta mettersi d’accordo su cosa possano essere le spese “immorali”, visto che ad oggi una lista di proscrizione dei cibi immorali non esiste e che tutto è per ora lasciato alla fantasia e alla facile ironia. 
Di sicuro il pane con la mortadella, il più economico dei salumi e che ricorda mandrie di operai affaticati impegnati nella costruzione di tunnel oaltre imprese faraoniche, sarà una spesa morale, e sicuramente rientrante nella categoria di alimenti atti a “assicurare la sopravvivenza minima per l’individuo”, come sempre il buon Di Maio spiega.
Anche con il salame non si dovrebbero aver problemi, così con il prosciutto cotto, ovviamente non di marca, mentre con speck, prosciutto crudo e salame di cervo o di camoscio di sicuro si entra nel terreno minato. Per non parlare di altri cibi e bevande lussuriosi imparentati con il demonio, nella cui categoria rientrano di sicuro il caviale, le ostriche, lo champagne e ovviamente la Nutella, del tutto inutile a garantire la sopravvivenza minima e catalogabile nella sezione peccati mortali invece che in quella del nutrimento. 
Ovviamente dalle spese morali sono anche banditi sigari, sigarette, gratta-e-vinci (e fin qui possiamo arrivarci) e pure beni di elettronica acquistabili in quella razza di moderni bordelli che sono Unieuro, Trony o altri luoghi di perdizione.
In poche parole, se davvero vuoi usufruire del reddito di cittadinanza, dovrai sfamarti a pane secco, croste di formaggio e salumi dozzinali, meglio se vicini alla data di scadenza e scontati del 70%. Se vuoi farti la barba, sappi che sono banditi i rasoi elettrici e altre diavolerie tecnologiche e lo stesso ovviamente varrà per depilazioni di arti vari da parte delle donne, che a questo punto preferiranno seguire l’esempio di Lourdes Maria Ciccone, la pelosissima figlia di Madonna dall’ascella lussureggiante. D’altronde, il ragionamento di Di Maio, se fosse da intendere così come lo abbiamo esposto, avrebbe in fondo una sua etica, volendo condivisibile: il reddito di cittadinanza è formato anche da soldi dei cittadini, rappresentanti dalle entrate fiscali; e ai cittadini probabilmente non farebbe piacere sapere che parte di quanto le mani adunche dello Stato prelevano dal loro sudato reddito va a finire a gente che li spende in tartufi e champagne invece che in fagioli con le cotiche. 
E quindi sta' a vedere che, alla fine della fiera, tocca pure dar ragione a Di Maio e alla sua etica da soviet: se lo Stato di eroga dei soldi, lo Stato ha il diritto di verificare se li spendi in cellulari o in salsicce, non di Bra ovviamente, che quello sono già un lusso. 
In fondo, forse era meglio lavorare

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