Non c'è che dire, questa volta i Nas hanno davvero superato il limite!
Arrivati a tradimento
nel nuovo bistrot torinese di Antonino Cannavacciuolo, ai piedi dell’esclusiva
collina torinese, si sono talmente accaniti con pignoleria pretestuosa sul
locale del povero giudice di Masterchef - sicuramente solo per portare a casa il risultato - da fargli venire la voglia di
andarsene, non si sa bene se da Torino o dall’Italia intera, mollare tutti gli
affezionati clienti e darsi alla vita contemplativa.
D’altronde, sono sempre
più numerosi gli chef che minacciano di lasciare i patri lidi, chi per l’esito
di un referendum, chi per una visita dei Nas, al punto che una sciagura simile
dovrebbe essere annoverata tra i maggiori rischi del pianeta assieme ai
passatempi nucleari di Kim Jong- un o ai giochi di guerra di Putin e co.
E d’altronde, il buon
Cannavacciuolo ha ragione da vendere: cosa mai avranno trovato i Nas da fargli
venire la voglia di andarsene dall’Italia? Mancavano gli asterischi vicino agli
alimenti surgelati? E che vuoi che sia, pure nelle trattorie più infime succede, e non si è mai lamentato
nessuno. E poi, lo chef ha dichiarato che in effetti l’asterisco era sì solo al
fondo del menù, e non vicino alle portate come dovrebbe essere per legge, ma è
stato uno sbaglio “in buona fede”. La buona fede sana tutto, bastava una tirata
d’orecchie e una reprimenda, invece sono partite le denunce per frode in
commercio. Che inutile accanimento, ai danni di un povero ristoratore.
Ma tutta quella pasta
surgelata, già bella pronta e condita, anche lei finita nel congelatore insieme
a carpe e zucchini? Possibile che finisse pure lei, previo passaggio in forno,
sulla tavola degli ignari clienti?
Assolutamente no, risponde sdegnato lo chef, quella “ce la mangiavamo
noi, era un uso personale”. Uso personale, quindi perfettamente legale, principio
traslato direttamente dal consumo di hashis e marijuana e applicato allo
spaghetto allo scoglio. E poi “il cibo buono non si butta”, sentenzia
eticissimo lo chef campano, e quindi i Nas, invece di tirar giù verbali a
casaccio, avrebbero dovuto apprezzarne lo slancio ecologista e anzi, magari congratularsi
con lui per la sua encomiabile iniziativa.
E
che dire poi della materie prime non tracciate, o meglio non ancora registrate?
“Semplicemente non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante.
Evidentemente, negli ultimi tre giorni, nessuno ne aveva avuto ancora il
tempo». Oh, ma vuoi smetterla con ‘sti cavilli burocratici che noi qui
stiamo a lavorare e non abbiamo tempo da perdere, altro che stare lì a
menarsela e mettersi a scrivere se il pesce viene dal mar Ligure, dal Lago
Maggiore oppure dal Mekong!
Insomma, tutto un
errore, tutto un qui pro quo: a fronte di queste minuscole inezie, conclude
amareggiato lo chef, sarebbe bastato “avvertimento, un “non lo fare più”, una pacca sulle spalle”. Invece sono partite le denunce. Ma chissà, se magari la prossima volta
il buon Tonino offrirà ai Nas un po’ di pasta surgelata “, di quella buona, per uso personale”
sorvoleranno su tracciamenti e asterischi, e finirà tutto a taralluci e vino. Naturalmente, anche questi surgelati.