E poi non ditemi che sono malpensante e infingarda, perchè in questo caso penso che nessuno potrà darmi torto.
Ma facciamo un po' di ordine. "Me ne andavo al mattino a spigolare", o meglio, me ne andavo un pomeriggio tranquillamente a fare la spesa un un supermercato Pam di medie dimensioni, dove far rifornimento, oltre che dei soliti cibi basici di cui purtroppo non si può fare a meno, vale a dire verdure, legumi e altre cose sane varie, anche della consueta coccola che anche qualsiasi supermercato può offrirci, vale a dire del buon cioccolato. Non so il Lindt possa considerarsi o no un cioccolato "gourmet" o da intenditori, fatto sta che a me, tra tutti i cioccolati da super, è quello che piace di più e quello che considero di più alta qualità, nonostante la sottoscritta non possa certo definirsi "gourmet" ma una semplice golosa da quattro soldi, o meglio da supermercato. Prova ne è anche il fatto che, a dispetto di tutti coloro che si reputano dei veri intenditori dell'antico cibo degli dei, preferisco il morbido e rassicurante cioccolato al latte, piuttosto che il duregno e amaro cioccolato fondente. Ma tant'è, anche noi poveracci del gusto abbiamo licenza di vivere e di approvvigionarci dei cibi, rigorosamente non gourmet, con cui siamo soliti riempire le nostre fauci vogliose.
Detto ciò, dicevo, entro nel supermercato a fare la mia solita spesa e, complice la solita fretta che nel mio caso molto spesso si chiama affanno, chiappo il mio solito cioccolato Lindt al latte nella solita scansia, nel solito posto nello scaffale dove sono abituata a prenderlo. E lo metto nel carrello.
Ma... certo, di fretta sì, ma cretina no (non ancora, cioè).
Mentre faccio volare la tavoletta nel carrello strapieno, noto qualcosa che non quadra.
Prendo la tavoletta incriminata, me la metto davanti agli occhi e guardo meglio, munita di regolari occhiali con lenti progressive, chiaro segno dell'età che avanza.
E leggo.
"Cioccolato La Luisa".
E chi cz è, 'sta Luisa?
Guardo meglio.
E' vero, il cioccolato sarà pure di Luisa, santa donna, ma il carattere tipografico, il font utilizzato per scrivere il nome è lo stesso, identico utilizzato dal cioccolato Lindt
E non solo. Anche il colore è lo stesso, vale a dire giallo dorato, e così è per lo sfondo, blu intenso. E non basta! Oltre ad essere il cioccolato "La Luisa" provvisto di quelle belle "elle" uguali uguali all'iniziale del Lindt, a fianco del nome compare pure un regolare stemma dorato, in questo caso una corona, che ricorda anch'esso quello del Lindt.
Rimango basita: il cioccolato che ho frettolosamente messo nel carrello, non era Lindt ma una sua copia (im)perfetta! Presa dallo sdegno, compro la tavoletta La Louisa per esaminarla, e assaggiarla, con calma a casa, per scoprire che magari, chissà, è una sottomarca della Lindt, una sua novità, insomma, qualcosa di riconducibile alla famosa casa cioccolatiera.
Niente di tutto ciò: la tavoletta La Luisa è prodotta dalla "Cocao srl" (sì, Cocao, non cacao: è "particolare" pure la ditta), con sede in Via Lago di Albano 16, Villa Adriana, Roma. Insomma, proprio un'altra cosa, un'altra ditta, un altro cioccolato ma tanto, tanto uguale, nel packaging, al Lindt originale!
Ma passato l'attimo di smarrimento per la clamorosa uguaglianza di confezione, passo poi ad esaminare la lista degli ingredienti, che appare comunque molto simile a quella della Lindt, vale a dire zucchero, burro di cacao, latte in polvere, pasta di cacao e lecitina, proprio come quella dei migliori cioccolati, Lindt compresa. Noto cioè che è presene il burro di cacao, e non gli altri grassi oggi consentiti dalla legge per produrre cioccolato a basso prezzo, tipo burro di Karitè o di noce di mango. E' cioè cioccolato vero, e non "surrogato di cioccolato".
Ma allora, sarà anche buono come quello della Lindt?
Assaggio senza preconcetti e a mente libera: se qualcosa è buono e merita, può chiamarsi Lindt, La Louisa, la vispa Teresa o come cavolo gli pare, io non non nessun problema a riconoscere la qualità.
Ma al mio palato inesperto, pare che i due prodotti siano fondamentalmente differenti.
Morale? Il cioccolato La Luisa non è il Lindt, anche se, e mi pare innegabile, gli vorrebbe tanto assomigliare.
E non ci sono caratteri dorati e coroncine che tengano: la qualità non si raggiunge con una semplice assonanza di nomi e con pratiche commerciali catalogabili come minimo come aggressive e "spericolate".
viva la luisa a 60 centesimi DG
RispondiEliminaMa vai a cacare che non c'entrano nulla le due scritte e che non sai che cazzo fare x disprezzare qualcosa che magari a te non piace
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSono tanti anni che acquisto prodotti La Luisa e mi sono trovata sempre bene, prodotti di qualita' a un buon prezzo che di questi tempi non guasta.
RispondiEliminaSi i caratteri si assomigliano ma il cioccolato no,trovo quello della Lindt assai meno buono della Luisa che consumo da diversi anni
RispondiEliminaNon ci credo.... Vi mettete davvero.ad analizzare la qualità di diverse Marche di cioccolato al latte? E guardate pure la confezione se è imitazione o è originale? Santo cielo ma confrontare una schifezza a un' altra schifezza che senso ha? Il cioccolato al latte dovrebbe essere bandito per legge solo per il disagio nutrizionale che genera all'organismo. È tossico e disgustoso.non può esistere un buon cioccolato al latte.ma come riuscite solo a ideare simili stupidaggini? Il cacao buinissimo.e ricco di elementi preziosi per il corpo e la mente non ha nulla a che vedere con la.schifezza che proponete voi. Fatevi dare una controllatina al palato. Lindt o la Luisa...sempre un vomito è.
RispondiEliminaAndrebbe pure detto che Perugina avrebbe da rivendicare il famoso cioccolato Luisa e da quando sono venuto a conoscenza dell'esistenza di questo marchio non ho potuto fare a meno di pensare che sia stato definito ad arte per ingannare i consumatori evocando la memora del pregiato Cioccolato Luisa
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